lunedì 29 ottobre 2007

Obiezione di Coscienza dei Farmacisti (Benedetto non molla...)

Credo che, come dice Benedetto, sia legittimo esprimere le proprie obiezioni attraverso il rifiuto dell'erogazione di un servizio o la vendita di un prodotto; penso anche però, che sia assolutamente doveroso, da parte delle amministrazioni locali, provvedere poi, verificata l'indisponibilità a fornire un servizio pubblico all'utenza, alla sospensione e messa all'asta delle licenze relative alle farmacie obiettrici.

Ciò per consentire ad altri di erogare quei servizi o vendere quei prodotti che il professionista cattolico ha negato alla popolazione a cui quella farmacia territorialmente si rivolge.

Penso si tratti di buon senso, dal momento che le licenze per l'apertura di nuove farmacie sono contingentate e soggette a graduatorie e ad altri sistemi di gestione, concertati con l'Ordine dei Farmacisti.

Potremmo infatti trovarci dinanzi ad una situazione limite del tipo che una certa area di una grande città sia servita da farmacie cattoliche che in contemporanea decidano di obiettare alla distribuzione di prodotti messi all'indice dal clero.

Ciò, ovviamente determinerebbe una non tollerabile migrazione dell' utenza verso altri punti vendita con conseguenti disagi e, come sempre, con le fascie più deboli (senza mezzi di trasporto etc..) ancor più svantaggiate.

Vedremo se questo ennesimo barbaro appello di Benedetto verrà raccolto.

Data la situazione demagogico-reazionaria in cui stiamo boccheggiando, non mi stupirei che il PD "non condanni" ma "inviti ad una pacata riflessione".

Vedremo

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